Sono stata solo una settimana in vacanza quest’anno.
Poter avere e donare a me, ai miei allievi e ai miei clienti e amici una casa e uno studio pronti, puliti e rinnovati ha preso molto tempo: ed eccoci qui all’inizio di una nuova stagione.

La violenza che mi è riservata da sempre dalla mia famiglia  spesso mi nausea e a volte mi sovrasta a tal punto che mi sono ritrovata ad avere paura di tornare a casa.

Il giorno prima di partire ho dovuto affrontare una aggressione violentissima non solo a me ma anche una mia cliente.

La rabbia è cieca, e non mi stupisco che possa uccidere.

Non sono nè la prima nè l’ultima persona a percepire violenza in questo periodo storico, naturalmente ci sono diversi gradi di violenza, ma è diventata certamente uno degli sport preferiti dell’umanità degli ultimi decenni.

Vorrei parlarne pubblicamente.

Mi stava invadendo una vibrazione simile, una sorta di rivalsa, un getto di bile: sono continuamente sollecitata a capire come arginare questo fiume pieno di rabbia e di prevaricazione che mi si riserba.

Certo è un gran peccato, la vita è breve, ho sempre pensato che la diversità sia una gran ricchezza, ma occorre essere aperti al dialogo della Vita per apprezzare questa visione.

Come fare?
Mi fermo, mi osservo.

Apro un libro di sapienza spirituale che quietamente mi ricorda “cosa” sia davvero importante nella vita.

Il buddismo parla di 10 mondi o dieci stati vitali: inferno (mondo della rabbia), avidità (cupidigia o mondo delle anime affamate), animalità (mondo delle bestie o follia), collera (perversità), umanità (tranquillità), estasi (gioia), studio (imparare a discernere), bodhisattva  (persona che rimane nel mondo umano per aiutare gli altri a trovare la buddità), buddità (natura del Buddha).

Naturalmente ognuno di questi mondi ha mille sfaccettature, non sempre di accezione negativa, ma tutte creano un certo grado di sofferenza.
E’ dunque buona cosa iniziare a osservarsi e osservare meglio.
Parlare di meno e osservarsi di più.
Imparare a discernere sulla propria condizione per trasformare nella condizione migliore la propria anima-cuore.

Nessuno ci dice che dobbiamo fare comunella, che dobbiamo stoicamente scegliere la compagnia di chi non ci considera, rispetta, apprezza, di chi ci prevarica. Ognuno ha il suo karma.

Le vibrazioni che le persone emanano, tuttavia, attraversano anche noi.

Più ci dedichiamo a migliorare le vibrazioni in noi e intorno a noi, più ci sentiremo in un flusso in movimento verso la Bellezza, la Forza, la Vita.

Anziché scivolare nella vibrazione che la nostra anima-cuore non riconosce, possiamo scegliere di cambiare.

Sorrido sempre quando le persone dicono e si dicono: “ma cosa vuoi cambiare, alla tua età…”

La trasformazione è Vita e Vitalità.
Se smettiamo di trasformarci fermiamo la nostra vitalità e iniziamo a invecchiare, anche da giovani.

Ogni certezza cui ci aggrappiamo è un’ ancora troppo piccola che non riesce a toccare il fondale in mare aperto: se la barca cerca la staticità prima o poi si spaccherà in una tempesta, o andrà la deriva.
La salvezza in mare aperto è seguire l’onda e il vento.

E gli accadimenti della nostra vita sono un mare aperto per la nostra interiorità.

Molto spesso ci attacchiamo al passato, alla persona o situazione che ci procura sofferenza, come se “quella” fosse la causa da estirpare (ecco il perchè dei tanti, troppi omicidi di questi tempi!), ci leghiamo addirittura a una malattia, pur di non cambiare nulla.

Come fare?
Mettiamo in moto un atto di consapevolezza e di volontà, per farci guidare verso ciò che desideriamo essere o diventare.

Ogni maestro spirituale di qualsiasi tradizione ci ricorda che il male e il bene convivono.
Sta a noi scegliere le nostre azioni.

Sta a noi decidere che vibrazione vogliamo a casa nostra, nella nostra anima-cuore.

Le emozioni creano reazioni chimiche, un dialogo tra sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario. Le emozioni possono farci ammalare o farci guarire.

Si, sono andata temporaneamente in crisi: come affrontare la violenta sopraffazione che vivo quotidianamente?

Le parole della saggezza universale mi hanno permesso di ritrovare la strada della luce, della non violenza, della Vita, della congruenza tra la mia anima e il mio cuore.

Non è facile per nessuno dedicarsi all’osservazione della propria intima interiorità con obiettività, sincerità e onestà.

Ma se lo facciamo, evitando di attribuire agli altri le nostre pene, ci accorgiamo che immediatamente siamo più forti, stabili, sereni.

Come suggeriscono i buddisti e gli induisti, ho deciso di recitare un mantra non solo per la mia anima-cuore, ma anche per chi mi procura sofferenza. Il mantra fluisce come il mare e il vento e ci dona vibrazioni sane.

Ci sono vari mantra, diversi per ogni necessità della nostra vita.

Come un bambino, perso beatamente nei suoi giochi io mi ritrovo coscientemente, persa beatamente nella recitazione del mantra in ogni momento possibile e capisco: niente scalfisce lo spazio dell’amore.

Non esiste una sola strada per trasformare le nostre azioni: io ho scelto la via del nada yoga (i mantra), ma ne esistono altre. I Cristiani si rivolgono alla preghiera, esiste la musica, la scrittura, l’ironia e mille altre forme d’arte.
Importante è imparare a ossrvarsi con onestà e scegliere di trasformare.

Un giorno mio padre, per la prima volta mi ascoltò davvero e per la prima volta mi diede ragione.
Quel giorno parlai loro (c’era anche la sua seconda moglie)  della differenza amore condizionato e amore incondizionato.
Mi diede ragione sul valore assoluto dell’amore incondizionato. Non mi aveva mai dato ragione di fronte alla sua seconda moglie. Una settimana dopo morì…ma per me è stato essere consapevole che vicini alla morte o dopo la morte i piccolo giochi dell’ego non valgono più.

“Io ti amo se…”: ma quanti “se” indichiamo come filtri a un dialogo tra umani in famiglia, con i figli o i genitori, in ufficio, ovunque?
Quanti “se” bloccano il flusso della Vita?

Troppo spesso sento le persone giudicare gli insegnanti di yoga: ma tu che pratichi yoga come mai non vivi nella pace assoluta?

Nessuno, nessuno in assoluto, a meno che non abbia raggiunto il samadhi, si trova in pace assoluta in terra.
La pace è da scegliere, da costruire con le nostre azioni quotidiane, sempre. 
E occorre essere onesti: quando il governo dice che l’Italia è per la pace e poi inviamo armamenti ovunque dalle nostre fabbriche, non c’è onestà e non c’è pace.

Anche le limitazioni dell’amore condizionato, e anche i giudizi fanno parte della sfera della violenza.

A una persona che segue un cammino spirituale la Vita offre prove più grandi da affrontare, come se la Vita volesse temprarti sulla scelta delle vibrazioni da seguire e perseguire.

Ma se impari a trasformare, quando percepisci di essere nuovamente tornata nella vibrazione della tua anima-cuore, ti invade una gioia, una leggerezza, una sensazione di espansione che dissipa immediatamente ogni emozione stretta e cupa.

Quando sei tornata nella vibrazione dell’anima-cuore, che è la stessa vibrazione della Terra e del Cosmo,  qualcuno direbbe di Dio) ti accoglie una calda sensazione di sicurezza, come stare nelle braccia del tuo amato/a.

La testa si zittisce, dentro sorge e sgorga una fonte di energia potente, forte di altre forze sopra-terrene,  e capisci che ogni cosa è una piccola, ri-stretta, quotidiana trappola dell’ego.

Quella stra-ordinaria sensazione si chiama espansione della coscienza.
E ti senti libera.
Gli animali, le piante, gli insetti lo sentono: tutto ritrova sintonia.
Lo sguardo sulle cose terrene è cambiato nuovamente e la rivalsa non ha veramente nessun senso.

Questo è uno dei percorsi più difficili, profondi e nobili del percorso di Yoga. Raja Yoga.
E anche di qualsiasi percorso spirituale.

Ringrazio tutti gli Dei di ogni tradizione di averne consapevolezza.

Provo con umiltà, nel mio lavoro con i miei allievi e clienti,
a fare conoscere 
la bellezza e la libertà del mare aperto e come dialogare con il vento….

Hare Om